Lettera del 20 Dicembre 2023

20 Dicembre 2023

Vorrei tanto incontrarvi uno ad uno perché se questo progetto continua, se riesco nonostante le tante difficoltà a portare a compimento sogni che cambiano radicalmente la vita di molte persone, se riesco a vedere sorrisi che prima non c’erano, guarigioni o comunque sostegni che prima parevano impossibili è perché voi ci avete sostenuto, aiutato, creduto.
Nella memoria del Centro Studi Platone e del Plato Studies Center c’è una sorta di sgomento per i poveri, da lì iniziò tutto…
Come è possibile che non siano un pensiero comune? Una responsabilità che dovrebbe essere naturale, ovvia per tutti? Molti mi dicono che dovrebbe essere un compito del governo, ma mi pare un pensiero illusorio e quindi l’ho scartato fin dall’inizio.
Aspettando che chi di dovere si occupi dei poveri, dei disagiati, dei disperati nulla cambia e quella solidarietà che con tanta fatica si fa strada tra gli uomini che cosa dovrebbe attendere?
Siamo noi che insieme goccia dopo goccia creiamo il mare e possiamo cambiare le situazioni.
Mia nipote ha quasi 13 anni e nei suoi pensieri, nella sua adolescenza giocosa c’è anche una costante considerazione per i poveri. Li conosce da sempre, è con loro da sempre, ha amiche tra le montagne del Nepal, il caldo del Kerala e le foreste dell’Orissa oltre che altre qui in Sardegna e in svariate località italiane. Per lei non c’è differenza di valore tra il ricco e il povero e tutti i livelli intermedi e così spontaneamente si preoccupa degli altri e delle loro condizioni difficili.
Poveri, vittime della guerra o delle malattie, ne parla con le amiche solitamente indifferenti tranne qualcuna e non per questo è una bambina meno solare, anzi forse proprio per la comprensione del suo vivere con le diversità questo è il suo punto di forza, non lo è certo il cellulare.
Scusate il divagare, ma questo tempo è talmente pieno di disastri che penso l’aiuto sia prezioso e fondamentale per tutti, non solo per chi viene sostenuto, ma anche per chi ha il privilegio di aiutare chi soffre.
Intanto la scuola in India procede, tra un mese sarò lì sul campo e il mio caro ragazzo Rajesh in attesa di finire la costruzione della scuola… non so se ce la faremo, ma è un bel sogno…, da pochi giorni lavora in un’altra scuola a 2800 metri di altezza nel villaggio di Pokhari … … ricorderete che si è laureato in India qualche anno fa … e ogni giorno va dal suo villaggio, 1.400 metri, alla scuola. Fa un viaggio a piedi di un’ora e mezzo, pioggia, vento, sole, neve. Viaggia perché la nonna che lui accudisce lo aspetta, nessun altro la aiuta.
E’ un’altra di quelle storie estreme che accadono in questi luoghi remoti e che hanno dell’incredibile.
Questo giovane uomo, ancora un ragazzo sorride mentre cammina sulle montagne, assiste la nonna, ed è lassù quasi da solo perché dopo tanti anni di studio non ha più nulla da scambiare con il mondo circostante, ma è felice.
Fa il lavoro che ama, insegna a leggere, scrivere e far di conto, trasmette il rispetto, il valore della natura, della storia, dei valori. E’ davvero commovente…
Poi c’è la scuola, il Plato dove tutto sembra capovolto rispetto al Nepal.
Temperature torride e i piccoli, i nuovi piccoli a scuola. Bambini che restano seduti a terra con la schiena dritta per tre ore di seguito e imparano. Quando arriviamo ci accolgono come se fossero lì da sempre perché la storia di “mamma Viola e zia Claudia”  è famosa ed è rimasta negli annali della scuola INDELEBILE. La miseria è la stessa, il porto avanza, il futuro chissà!
E infine l’Orissa con le sue meravigliose foreste una delle quali accoglie Herbal Mother,
un progetto di coltivazione e cura delle piante in via di estinzione portato avanti dai tribali ancora esistenti, si, c’è qualcuno che mantiene la nostra memoria anche se intanto fa uso del cellulare.
Tutto questo è vita e dove e come possiamo portiamo calore e crescita.
Che siate cristiani o di qualsiasi altra religione, che siate atei o intellettuali auguro a tutti SERENITA’ vera, profonda, duratura.
Con tutto il cuore vi abbraccio

La Fondatrice 
Valeria Viola Padovani

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